Abbiamo già parlato di quanto possa essere difficile la convivenza in condominio, a causa delle molteplici piccole grandi problematiche che derivano dallo stare insieme. Stavolta andiamo a parlare dei rumori in condominio, una delle maggiori fonti di liti tra vicini. Vedremo quali sono quelli ammessi, le fasce di tolleranza, e quelli che sono considerati un vero e proprio reato.
Esistono delle fasce orarie per i rumori in condominio?
Va chiarito subito che, per il codice civile, non esistono delle fasce orarie predefinite durante le quali poter fare rumori in condominio o meno. Spetta al buonsenso di ognuno capire quando poter eseguire determinati lavori o faccende, e quando no. Nel caso questo non avvenisse, a decidere è il giudice, che si esprime per ogni singolo caso. Non vi è infatti una legislazione che stabilisca una soluzione unica per tutti, cui attenersi. Entrano spesso in gioco proprio le regole condominiali, che possono stabilire regole specifiche per lo specifico condominio. Queste regole possono infatti stabilire orari in cui mantenere il silenzio assoluto, bandendo ogni rumore, compresi quelli che il codice civile ritiene tollerabili.
Quando i rumori in condominio diventano reato?
I rumori in condominio possono in alcuni casi assumere carattere penale. Si presenta sotto forma di illecito civile se il disturbo viene arrecato solo a un vicino prossimo alla fonte del rumore. In questo caso, si può intervenire con una lettera di diffida che inviti a terminare le attività rumorose, fino ad arrivare alla causa civile. L’amministratore può intervenire solo se l’attività che crea fastidi contravviene a una regola condominiale. Ben diverso è quando, da un appartamento, si irradia un suono intollerabile che crea disturbo a una pluralità di persone sparse nel condominio. In questo caso non si tratta più di un semplice illecito, ma di una violazione penale in piena regola. E’ lecito chiamare i carabinieri per porre fine al disturbo in quanto l’attività che crea il disturbo prende la forma di reato.