Cosa s’intende quando si parla di riscaldamento condominiale e quali sono le regole per il 2022/2023? Per quest’anno occorre rifarsi al Piano Riscaldamento del Ministero della Transizione Ecologica, che intende limitare i consumi energetici alla luce dei rincari del gas e della crisi delle forniture. Il piano di contenimento dei consumi di gas dovrà essere applicato agli edifici pubblici, ai condomini e alle abitazioni private e prevede limiti di temperature negli ambienti chiusi, riduzione oraria dell’accensione, nel rispetto delle fasce climatiche previste nel nostro paese. Il piano sarà approvato con un decreto ad hoc ed è possibile visionarlo qui. In questo articolo c’è tutto quello da sapere sul riscaldamento condominiale: dalla ripartizione spese alla quota fissa, dalle regole della normativa allo svuotamento dell’impianto, dall’orario per la legge a cosa fare se il condominio non accende il riscaldamento. Sul nostro sito, inoltre, c’è una pagina speciale con tutte le regole sulle cassette postali condominiali.
Come funziona il riscaldamento centralizzato con contacalorie?
Il primo argomento da trattare in tema di riscaldamento è legato alla centralizzazione degli impianti. A tal proposito, gli elementi come: la caldaia, le tubature, gli allacci di diramazione sono considerati per legge parti comuni del condominio e perciò seguono le normative relative alla gestione delle parti comuni.
In passato questo tipo di riscaldamento si attivava in tutto l’edificio per alcune ore stabilite in modo da mantenere una temperatura costante in tutti gli appartamenti e nessuno poteva modificare le modalità di funzionamento a proprio piacere.
Dal 2016, però, con una direttiva europea (2012/27/EU) le regole sono cambiate e il riscaldamento condominiale è regolato da apposite valvole termostatiche, da montare obbligatoriamente su tutti i termosifoni, per evitare di incorrere in salate sanzioni. Queste valvole permettono di poter modificare la temperatura del proprio appartamento in maniera autonoma e secondo le proprie esigenze, da parte di ogni singolo condomino.
L’accensione del contacalorie permette la verifica con precisione dei consumi dei singoli locali permettendo di pagare solo il consumo effettivo per unità.
Riscaldamento condominiale: cosa servono e cosa sono i contabilizzatori
Un ulteriore elemento da installare obbligatoriamente sui termosifoni degli appartamenti del condominio è il contabilizzatore. Ma cos’è e a cosa serve? Nonostante si chiami contabilizzatore, questo apparecchio non rileva effettivamente il calore prodotto dal termosifone, ma solo una stima in base alla differenza della temperatura del calorifero e quella della stanza.
Il funzionamento è più o meno questo: il contabilizzatore si attiva quando il termosifone raggiunge una temperatura di 23 gradi e la differenza di temperatura tra quest’ultimo e l’ambiente della stanza si aggira intorno a 4,5 gradi.
Due modelli di contabilizzatore:
- Contabilizzatore ad una sonda: più economico, non riesce a calcolare l’effettiva temperatura dell’ambiente esterno per questo la imposta di default a 20 gradi;
- Contabilizzatore a due sonde: più preciso, è in grado di verificare l’effettiva differenza di temperatura tra calorifero e ambiente in modo da programmare l’accensione.
Bonus riscaldamento 2023: come funziona
Il bonus riscaldamento 2023 è un sostegno economico destinato a tutte le famiglie che non beneficiano del bonus sociale bollette e che si trovano ad affrontare l’aumento del costo dei servizi energetici. Lo Stato ha messo in bilancio un budget di circa un miliardo di euro per dare la possibilità a determinate famiglie di passare l’ultimo trimestre dell’anno con qualche rincaro in meno sulla bolletta. Chi può beneficiare del bonus riscaldamento 2023? Non esiste un limite imposto circa il reddito e per questo motivo tutte le famiglie ne possono beneficiare. Ma come funziona il bonus? Il contributo del bonus riscaldamento 2023 è finalizzato ad aiutare le famiglie a ottobre novembre e dicembre, cioè nei mesi in cui il freddo inizia a farsi sentire. Lo Stato dovrebbe pagare la differenza qualora la media dei prezzi giornalieri del gas naturale sul mercato all’ingrosso supererà una soglia specifica, ossia 45 euro al megawattora. Le famiglie si ritroveranno il contributo erogato direttamente sull’utenza elettrica.
Quando si accende il riscaldamento condominiale? Orari, date e regole:
È vero che ogni condomino può gestire la temperatura del proprio appartamento, ma vivendo in condominio, il riscaldamento è centralizzato e perciò l’accensione è soggetta alla legge nazionale (L. 10/1991 e D.P.R. 412/1993). Inoltre, è previsto un Piano Riscaldamento ad hoc per contingentare le spese relative al consumo energetico.
Innanzitutto la legge stabilisce la temperatura massima entro cui regolare i termostati:
- entro i 20 gradi in case private, scuole, uffici, con un margine di altri 2 gradi, perciò fino a 22 gradi;
- fino a 18 gradi nei fabbricati industriali e artigianali.
La legge, infine, regolamenta l’accensione in base alle zone della nostra penisola e alle relative condizioni climatiche.
Il territorio può essere diviso in 6 zone e per ognuna è stabilita la durata massima di accensione dei riscaldamenti in base al fabbisogno termico delle diverse località.
Riscaldamenti a Roma
Quando si accendono i riscaldamenti a Roma? Roma è compresa nella Zona D, insieme a Firenze, Genova e Pescare, che prevede l’accensione dei termosifoni e dei riscaldamenti centralizzati a partire dall’8 novembre 2022 e fino al 7 aprile 2023. Ai comuni appartenenti a questa Zona è permesso accendere i riscaldamenti per massimo 11 ore al giorno.
Questa regola è valida solo per i riscaldamenti centralizzati, presenti nei condomini ad esempio, e non per chi dispone di un riscaldamento autonomo. Date le temperature miti che spesso si registrano a Roma è molto probabile che i termosifoni non vengano accesi per tutte le 12 ore previste giornalmente. Mentre potrebbero verificarsi condizioni climatiche particolari, con freddo imprevisto: in quel caso è possibile accendere il riscaldamento anche fuori dai periodi di accensione della Zona D, ma per un massimo di 6 ore.
Accensione riscaldamenti a Milano
La stagione termica a Milano e in tutta la Lombardia va dal 22 ottobre al 7 aprile 2023. Milano rientra nella Zona climatica E, dove gli impianti centralizzati vengono accesi per un massimo di 13 ore al giorno, salvo particolari condizioni climatiche avverse. In questi casi si possono accendere i riscaldamenti anche fuori dalle fasce prestabilite per un massimo di 7 ore al giorno.
Accensione e spegnimento riscaldamento 2023/24 in tutta Italia
ZONA CLIMATICA | PERIODO ACCENSIONE-SPEGNIMENTO | ORARIO |
---|---|---|
ZONA F (Trento e zone alpine) |
Nessun limite | Nessun limite |
ZONA E (Milano, Torino, ecc.) |
22 ottobre – 07 aprile | 13 ore al giorno |
ZONA D (Roma, Pescara, ecc.) |
08 novembre – 07 aprile | 11 ore al giorno |
ZONA C (Napoli, Caserta, ecc.) |
22 novembre – 23 marzo | 9 ore al giorno |
ZONA B (Palermo, Trapani, ecc.) |
08 dicembre – 23 marzo | 7 ore al giorno |
ZONA A (Lampedusa, Sud e Isole) |
08 dicembre – 07 marzo | 5 ore al giorno |
Piano Riscaldamento: cosa cambia
Il Piano Riscaldamento sarà attuato entro settembre 2022. Il piano prevede le seguenti regole in merito alla gestione del riscaldamento condominiale, pubblico e privato:
- Termosifoni con 1° in meno: i termosifoni dovranno essere regolati sui 19°, invece che 20°;
- Periodo di accensione: rimarrà valida la suddivisione del territorio in 6 zone climatiche ma l‘avvio degli impianti sarà ridotto di 15 giorni, con 8 giorni di posticipazione dell’accensione e 7 giorni di spegnimento anticipato rispetto alle regole generali. Verrà altresì diminuita di 1h l’accensione giornaliera.
Per quanto riguarda i controlli da parte delle autorità, questi saranno effettuati su edifici pubblici, impianti condominiali, locali commerciali, attraverso il rilevamento dei dati giornalieri di consumo. Non sono previste sanzioni per chi non aderisce alle misure di risparmio energetico dettate dal governo. Vuoi sapere tutto sulle regole condominiali o cerchi un nuovo amministratore di condominio? Iscriviti ora su Condexo.
Fasce climatiche secondo il Piano di Accensione
Il piano prevede delle indicazioni in deroga alle normali regolamentazioni degli orari e periodi di accensione, nel rispetto delle 6 fasce o zone climatiche:
- Zona A: massimo 5 ore al giorno dall’8 dicembre al 7 marzo;
- Zona B: massimo 7 ore al giorno dall’8 dicembre al 23 marzo;
- Zona C: massimo 9 ore al giorno dal 22 novembre al 23 marzo;
- Zona D: massimo 11 ore al giorno dall’8 novembre al 7 aprile;
- Zona E: massimo 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile;
- Zona F: non sono previste limitazioni.
I comportamenti virtuosi che influenzano le bollette
L’emergenza energetica e l’aumento delle spese per il gas dovranno essere affrontati con norme strutturali da parte dei Governi e degli enti sovranazionali, ma tutti noi possiamo mettere in pratica dei comportamenti virtuosi utili sia al contenimento delle spese che all’ambiente. Di seguito alcune azioni, a costo zero, da poter mettere subito in pratica:
- riduzione della temperatura e della durata delle docce;
- l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno;
- l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico;
- il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione;
- lo spegnimento o l’inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza;
- non lasciare in stand by TV, decoder e altri elettrodomestici;
- Accendere le luci solo quando necessario.
A questi possiamo aggiungere, laddove possibile, la sostituzione di vecchi elettrodomestici con nuovi a basso consumo. Stesso discorso per le lampadine, dove è meglio utilizzare quelle a LED. Sul nostro sito trovi anche l’articolo con tutte le informazioni e le regole sul bonus ristrutturazioni.
Riscaldamento condominiale: ripartizione spese e quota fissa
Dato che con l’introduzione delle valvole termostatiche ognuno può regolare la temperatura autonomamente, come funziona il pagamento delle spese condominiali riscaldamento?
Ogni condomino è chiamato a pagare secondo la seguente ripartizione:
- una quota fissa calcolata sui millesimi termici dei metri quadrati dell’appartamento, oppure dei metri cubi, oppure in base alla potenza dei termosifoni installati;
- una quota variabile in base all’effettivo consumo di energia. Generalmente si attesta tra i 50% e il 70% del totale.
L’accensione del riscaldamento condominiale centralizzato spetta, ovviamente, all’amministratore. La mancata accensione, di solito, è conseguente alla mancanza di fondi a causa di condomini morosi. In questo caso cosa prevede la legge? Sono previste delle sanzioni per la mancata accensione dei riscaldamenti?
Il regolamento condominiale prevede in questi casi di indire un’assemblea e trovare un accordo. Se la soluzione non si risolve e non viene colmata la mancanza di fondi condominiali, è bene procedere intentando una causa contro i condòmini morosi per la somma anticipata per loro conto.
Come staccarsi dal riscaldamento condominiale
Le domande che vengono poste più spesso quando si parla di riscaldamento condominiale sono: “ci si può staccare dall’impianto di riscaldamento condominiale e se sì, come? Il distacco di un condomino dal riscaldamento condominiale centralizzato è possibile in due casi:
- Se tutti i condòmini si dichiarano favorevoli a tale azione;
- Se non tutti i condòmini sono favorevoli, ma l’interessato dimostra che il distaccamento non provocherà danni collaterali come: un aumento dei costi di gestione, un danneggiamento dell’equilibrio termico dell’edificio o della funzionalità degli impianti.
Affinché l’operazione di distaccamento vada a buon fine è opportuno rivolgersi ad una ditta specializzata che provvederà ad indicare tempi e modalità di esecuzione. Mediamente il costo per il distacco va dai 4.000 ai 9.000 euro, a seconda dell’impianto scelto, mentre le tempistiche, tra sopralluogo e rilascio del certificato, possono variare tra i 10 e i 15 giorni.
L’ultima cosa che necessariamente bisogna sapere è che: il distaccamento non comporta l’annullamento delle spese di manutenzione straordinaria e di messa a norma degli impianti. I costi legati invece ai consumi non dovranno più essere corrisposti.
Le 5 cose da sapere sul riscaldamento condominiale:
- Le manopole di contabilizzazione del calore non devono essere azionate. Una volta effettuata l’installazione della valvola al calorifero, questa si attiverà automaticamente una volta accesa la caldaia;
- La temperatura dei caloriferi all’interno delle stanze di un’abitazione possono essere diverse. Grazie alle manopole di contabilizzazione infatti il condomino può decidere autonomamente a che livello fissare i caloriferi (da 0 a 5);
- Gli impianti di riscaldamento devono essere manutenuti periodicamente. Il compito di verificarne le condizioni e di contattare i tecnici spetta all’amministratore di condominio;
- Una volta spento l’impianto di riscaldamento posizionare tutte le manopole termostatiche in corrispondenza del valore di massima apertura (5). Questo permette di ridurre la formazione di sedimenti. Così facendo, non si andrà a compromettere il funzionamento dell’impianto quando la caldaia verrà riaccesa l’anno successivo;
- Verificare lo stato di isolamento della propria abitazione evita di incorrere in dispersioni di calore e quindi esporsi eccessivi di denaro.
Svuotamento impianto riscaldamento condominiale: come funziona
Nei condomini può presentarsi l’esigenza di dover svuotare l’impianto di riscaldamento centralizzato per permettere a una o più unità abitative di eseguire dei lavori di ristrutturazione, manutenzione delle valvole, spostamento e/o sostituzione dei termosifoni.
Solitamente questo tipo di intervento viene effettuato alla fine della stagione termica della Zona di appartenenza del condominio. Ad intervenire è una ditta specializzata che dovrà svuotare l’impianto e riempirlo di nuovo al completamento degli interventi di manutenzione previsti.
Chi paga lo svuotamento dell’impianto di riscaldamento? La ripartizione delle spese dipende dalle esigenze condominiali e personali: se a dover intervenire è solo un condomino, o comunque alcuni condòmini, per esigenze personali, i costi saranno a loro imputanti. Il costo di svuotamento e successivo riempimento degli impianti può essere imputato a tutto il condominio se il lavoro è stato approvato in assemblea per lavori di manutenzione.
Gli esperti raccomandano di non effettuare troppo frequentemente l’operazione di svuotamento, perché l’attività potrebbe portare al deperimento dei materiali dell’impianto di riscaldamento.