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Fotovoltaico in condominio: cosa sapere

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Negli ultimi anni, il fotovoltaico è stato scelto da sempre più persone che si tratti di soggetti privati o di condomini. Vediamo nel dettaglio regole e opportunità.

Le nuove comunità energetiche: emendamento UE

La riforma del condominio 220/2012 ha segnato la svolta per quanto riguarda il fotovoltaico in condominio, rendendo possibile l’istallazione di tali impianti negli edifici.

La vera legittimazione a tale pratica però è avvenuta il 13 febbraio 2020 quando è stato approvato un emendamento UE nelle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera. Tale emendamento, consente la formazione di comunità energetiche e quindi l’installazione di impianti fotovoltaici condominiali.

Il concetto di comunità energetica va quindi ad indicare la suddivisione equa tra le famiglie, dell’energia prodotta tramite l’impianto fotovoltaico condominiale.

Impianto fotovoltaico in condominio: privato o centralizzato

La possibilità di sfruttare il fotovoltaico in condominio prevede che i condomini facciano una scelta innanzi tutto sulla tipologia dell’impianto da utilizzare.

Le strade da intraprendere sono due: impianto privato o impianto centralizzato. Il primo, andrà a coinvolgere un’unica famiglia appartenente al condominio e il secondo invece tutti i condomini creando quindi una comunità energetica.

Impianto fotovoltaico privato

Come già chiarito nei paragrafi precedenti i singoli proprietari degli appartamenti condominiali posso decidere in autonomia di dotarsi di un impianto fotovoltaico ad uso esclusivo.

I pannelli potranno essere installati sulla proprietà del condomino, su una parte delle proprietà comuni del condominio o richiedere una modifica di queste ultime. Vediamo nel dettaglio cosa bisogna fare:

  • Installazione su proprietà privata richiede che il proprietario dell’immobile comunichi al proprio Comune l’inizio dei lavori;
  • Installazione su parte delle proprietà comuni del condominio richiede l’invio di una comunicazione all’amministratore con i lavori che si vuole svolgere. L’assemblea valuterà i lavori da fare ma non potrà impedirne lo svolgimento;
  • Installazione con modifica delle parti comuni del condominio richiede obbligatoriamente l’autorizzazione dell’assemblea.

Uno tra gli esempi più comuni:  se un condomino volesse installare un impianto fotovoltaico sul proprio balcone potrebbe farlo senza aver bisogno di alcuna approvazione da parte dell’assemblea.

Impianto fotovoltaico centralizzato

Un impianto fotovoltaico centralizzato riguarda l’intero condominio e quindi tutti i proprietari potranno beneficiare dei vantaggi e delle agevolazioni.

Per poter installare tale impianto sarà necessario:

  • Indire un’assemblea condominiale durante la quale discutere dell’argomento;
  • Ottenere voto favorevole da almeno la metà dei condomini.

Se l’assemblea deciderà di approvare i lavori, i costi che ne conseguiranno verranno ripartiti solo tra coloro che avranno dato il consenso all’installazione. Questi condomini, potranno usufruire delle detrazioni fiscali offerte dallo Stato e saranno gli unici a poter beneficiare dell’energia prodotta.

Un ulteriore passaggio che si può fare, qualora l’impianto produca energia in surplus, è quello di investire su un impianto di accumulo o di venderla con il meccanismo dello scambio sul posto.

fotovoltaico_privato_centralizzato

Quanto cosa un impianto centralizzato?

I costi medi per un impianto condominiale da 7kWp (chilowatt di picco – l’unità di misura utilizzata per misurare la potenza istantanea teorica massima producibile da un generatore elettrico,come il modulo fotovoltaico), si aggira attorno ai 6.000€ che include già il 50% di sconto in fattura. Le casistiche che influiscono sul costo del servizio sono molte ed è opportuno per questo far riferimento ad un consulente.

Il GSE, Gestore di sevizi energetici, ha realizzato un simulatore che consente di valutare la convenienza di trasformare la propria casa in un gruppo di autoconsumo o di una comunità energetica.

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Le agevolazioni

Il GSE riconosce dei corrispettivi economici sull’energia condivisa da un gruppo di autoconsumatori o da una comunità di energia per la durata di 20 anni.

Due tipi di vantaggi economici:

  • La tariffa premio data dall’incentivazione dell’energia elettrica condivisa ai sensi del DM 16 Settembre 2020, pari a 110€ (nel caso di una Comunità di energia rinnovabile) e 100€/MWh (nel caso di un Gruppo di autoconsumatori);
  • Il corrispettivo unitario per la valorizzazione dell’energia elettrica condivisa, differenziato per le due tipologie aggregative di consumatori di energia. In sintesi, si tratta della restituzione delle componenti tariffarie previste dalla Delibera 318/2020.

Superbonus Fotovoltaico 110%

Le modifiche all’art. 119, comma 5 del DL Rilancio hanno introdotto la possibilità di portare in detrazione al 110% le spese sostenute per l’installazione di impianti solari fotovoltaici connessi alla rete elettrica su edifici, o di impianti solari fotovoltaici su strutture pertinenziali agli edifici, nel caso siano realizzati congiuntamente ad uno degli interventi cosiddetti “trainanti” del Superbonus. La norma prevede la detrazione al 110% delle spese sostenute fino ad un ammontare complessivo non superiore a euro 48.000 e comunque nel limite di spesa di euro 2.400 per ogni kW di potenza nominale dell’impianto solare fotovoltaico. Nel caso, però, l’intervento si configuri come ristrutturazione edilizia, nuova costruzione o ristrutturazione urbanistica, tale limite di spesa è ridotto ad euro 1.600 per ogni kW di potenza nominale.

La stessa detrazione è riconosciuta anche per l’installazione contestuale o successiva di sistemi di accumulo integrati negli impianti solari fotovoltaici oggetto dell’agevolazione, nel limite di spesa di euro 1.000 per ogni kWh di capacità di accumulo del sistema di accumulo.

Per ottenere le agevolazioni è obbligatorio cedere al GSE l’energia non auto-consumata attraverso l’istituto del regime commerciale del “Ritiro Dedicato”.

È inoltre prevista l’erogazione, sempre da parte di GSE, di un incentivo sull’energia elettrica “condivisa” (l’energia immessa nella rete dall’impianto di produzione e contemporaneamente prelevata dai clienti facenti parte della comunità energetica o del condominio).

I benefici del fotovoltaico

Il fotovoltaico recuperato l’investimento iniziale in circa 3-5 anni porta con se diversi benefici:

  1. Autoconsumo che raggiunge quasi il 100% grazie ai consumi condominiali;
  2. Accesso alle agevolazioni statali come i Bonus e i Superbonus 110;
  3. Costi minori in base alla grandezza dell’impianto. Più grande è la superficie più sarà il risparmio.

Superbonus fotovoltaico 110%

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Luci spente e meno lavatrici: così gli italiani risparmiano sulle bollette

Prezzo di elettricità e gas in calo, ma le famiglie puntano comunque ad essere più green: lampadine a basso consumo e qualche rinuncia come colazione al bar e ristorante. Ecco i dati dell’indagine Condexo

Meno luci accese in casa, lavastoviglie e lavatrici in funzione con più parsimonia, nella fascia serale o la domenica. Riscaldamento a temperature più basse e qualche rinuncia, come pranzi e cene fuori o abbonamenti alle piattaforme streaming. Così gli italiani fanno fronte al costo dell’energia elettrica e del gas. E’ quanto emerge da un’indagine condotta da Condexo, azienda che si occupa di gestioni condominiali, e che ha deciso di sondare l’opinione delle famiglie alle prese anche con gli aumenti delle rate del condominio con un + 30% sulla previsione di spesa per il 2023.

Bollette in calo per il 2023

La stangata dell’anno scorso è alle spalle, ma non si può dire che il caro bollette sia solo un ricordo. Secondo i dati diffusi da Arera – Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, nel primo trimestre 2023 si registrerà una riduzione del costo per l’energia elettrica per la famiglia tipo con una variazione della spesa complessiva del -19,5% rispetto al trimestre precedente. In deciso calo la bolletta gas per le famiglie ancora in tutela: per i consumi del mese di gennaio 2023, si registra una diminuzione del -34,2% della bolletta rispetto al mese di dicembre 2022.

Come risparmiare sulle bollette di luce e gas

Per risparmiare il 40% degli italiani intervistati sceglie di tenere meno luci accese in casa; il 60% farà invece un uso minore degli elettrodomestici, per far fronte al caro bollette meno lavatrici e lavastoviglie. Il 55% sceglie di lavare piatti e fare il bucato dopo le 19 o durante la domenica certo di risparmiare sulla bolletta . Tra i rimedi il 40% dei 720 intervistati da Condexo ha dichiarato che ha sostituito le vecchie lampadine con quelle a basso consumo; l’8% pensa invece di sostituire i vecchi elettrodomestici. Solo il 3% l’impianto di riscaldamento. Uno su 4 è disposto ad abbassare le temperature dei termosifoni sotto i 22° consapevole che ad ogni grado in meno rispetto a questo livello corrisponda un risparmio compreso tra i 6% e il 10% sul consumo. Per il 45% meglio optare per la minor dispersione del calore in casa: infissi ben chiusi, ambienti isolati e porte serrate, niente panni sui termosifoni da sottoporre a manutenzione insieme alla caldaia. 

Bollette in calo, l’annuncio di Meloni: “Grazie a tetto Ue al prezzo del gas recuperiamo risorse”

Fanpage.it – Indagine Condexo

Energia, luci spente e meno lavatrici: così gli italiani risparmiano sulle bollette
Regione Valle d’Aosta (Agenzia DIRE) – Indagine Condexo

Caro energia, meno cene fuori e termostato più basso per pagare le bollette
BolognaToday – Indagine Condexo

Il rincaro delle bollette si ripercuote anche sulle abitudini, ma meno rispetto all’anno passato quando il 75% degli intervistati dichiarava che il caro bollette avrebbe pesato “molto” sull’economia familiare. Per il 2023 è così per il 50% degli intervistati da Condexo. “Abbastanza” per il 30%, “poco” per il restante 20%. A pesare di più per il 70% di coloro che hanno risposto al sondaggio il rincaro sull’elettricità. 

Caro bollette: ecco a cosa rinunciano gli italiani

Per far fronte alle maggiori spese per luce e gas il 30% degli intervistati da Condexo rinuncerà a pranzi e cene fuori; il 20% alla colazione al bar dove i rincari si ripercuotono su caffè e lieviti. Due su dieci rinunceranno agli abbonamenti a piattaforme streaming. C’è invece comunque voglia di viaggiare, assistere a concerti e partecipare ad eventi culturali e di intrattenimento come cinema e mostre: se l’anno scorso due su dieci erano disposti a rinunciarvi ora la percentuale si dimezza. 

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Bollette luce e gas: pagamento a rate anche per i condomini

I prezzi delle bollette di luce e gas preoccupano le famiglie. Sebbene le tariffe siano in leggera discesa, i costi restano alti. 

A gennaio 2023, secondo quanto comunicato da Arera – Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, il  prezzo del gas è sceso del 34,2% rispetto al mese precedente. Tuttavia facendo un confronto anno su anno nel periodo compreso tra il 1 febbraio 2022 e il 31 gennaio 2023, una famiglia tipo spenderà 1.769 euro euro per la bolletta del gas, il 36% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In valori assoluti circa 200 euro in più. 

Come pagare a rate le bollette

Così per sostenere i clienti in difficoltà Plenitude (Eni) ha previsto la possibilità di pagare le bollette a rate. E’ possibile dal 1 febbraio. Potranno rateizzare le  fatture emesse nel primo semestre del 2023 anche i condomini, oltre a famiglie e piccole imprese. 

Per il pagamento delle bollette di luce e gas i clienti Plenitude potranno richiedere il piano di rateizzazione, senza interessi e spese aggiuntive. Potranno fare domanda per ottenere la rateizzazione famiglie, condomini e piccole imprese. L’iniziativa, pensata per sostenere i cittadini più danneggiati dai rincari energetici, prevede che a partire dal prossimo 1° febbraio i clienti potranno attivare il piano di rateizzazione per le fatture emesse nel periodo gennaio-giugno 2023. La rateizzazione potrà inoltre essere applicata anche prima della scadenza della fattura, e non comporterà interessi né spese accessorie. 

Pagare bollette a rate: come funziona

La dilazione agevolata sarà strutturata con rate variabili a seconda dell’importo della bolletta in questo modo:

  • fino a 500 euro: rateizzazione in 10 mesi con prima rata pari al 50% dell’importo;
  • da 500 a 1000 euro: rateizzazione in 10 mesi con prima rata pari al 30% dell’importo;
  • oltre 1000 euro: rateizzazione fino a 18 mesi con rate costanti.

Il piano di rateizzazione sarà attivabile attraverso qualunque canale di contatto Eni Plenitude.

Il caro bollette di luce e gas e gli effetti sulle famiglie

Sarà possibile attivare le rate per le bollette anche per mezzo degli operatori di Filogiallo, servizio che permette già da tempo agli addetti di Confconsumatori di confrontarsi in modo rapido con la società dell’energia. “Si tratta di uno dei canali, dedicati alle Associazioni dei consumatori, che consentono ogni giorno a Confconsumatori di agire repentinamente a sostegno dei soggetti più vulnerabili” – spiega Carmen Agnello, responsabile settore Energia di Confconsumatori. “Confconsumatori da anni supporta i consumatori in maniera rapida e concreta grazie a una squadra di addetti, altamente specializzati nel settore energia, in grado di attivare canali alternativi di risoluzione delle controversie dei consumatori, che – sottolinea Agnello – sono gratuiti e veloci per i propri associati”.

“I rincari sul fronte dell’energia continuano a riportare pesanti effetti sulle famiglie, accrescendo la povertà energetica nel nostro Paese” – commenta Federconsumatori. “ Si tratta di un primo, importante, passo in avanti: attendiamo ora che anche le altre maggiori aziende adottino iniziative simili, per agevolare i propri utenti nel momento in cui ne hanno più bisogno”. 

Caro bollette: a cosa rinunciano gli italiani

Il caro bollette che, come emerso da un’indagine condotta da Condexo, pesa “molto” sull’economia familiare per il 75% degli intervistati; “abbastanza” per il restante 25%. A pesare di più per il 60% dei cittadini che hanno risposto al sondaggio il rincaro sull’elettricità. Così contro il caro bollette gli italiani scelgono di spegnere le luci, di rinunciare alla colazione al bar e a una parte degli abbonamenti alle piattaforme streaming. E’ quanto emerge da un’indagine condotta da Condexo, azienda che si occupa di gestioni condominiali, che ha deciso di sondare l’opinione delle famiglie alle prese con gli aumenti dei costi di elettricità e gas. Qui nel dettaglio l’indagine di Condexo su come gli aumenti di elettricità e gas impattano sulle abitudini delle famiglie. 

Come pagare bollette online in modo sicuro

E se cerchi un metodo rapido e sicuro  per il pagamento delle tue bollette, ecco CondexoPay. Evoluzione di Condexo, la piattaforma per la gestione integrata del condominio,  CondexoPay offre la possibilità di pagare bollettini o Mav/Rav in meno di un minuto. Dimenticandosi di attese allo sportello e contanti.

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Bonus ristrutturazioni edilizie 2022

Il settore edilizio ha beneficiato, anche nel 2022, di importanti agevolazioni fiscali per interventi di recupero del patrimonio sia in termini di singole unità abitative che per quanto riguarda le parti comuni condominiali (Bonus ristrutturazioni). La misura più conosciuta è quella disciplinata dall’Art. 16-bis del Dpr 917/86 che prevede una detrazione Irpef del 36% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 48.000 euro per unità immobiliare.

A partire dal giugno 2012 la detrazione Irpef è stata aumentata al 50%. Misura più volte prorogata e che attualmente prevede, con legge di bilancio 2022 (legge n. 234 del 30 dicembre 2021)  che fino al 31 dicembre 2024 si ha la possibilità di usufruire della maggiore detrazione Irpef (50%) e del limite massimo di spesa di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Senza ulteriori proroghe, dal 1° gennaio 2025 la detrazione tornerà al 36% e con il limite di 48.000 euro.

Agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie

Insieme alla detrazione Irpef al 50% delle spese per ristrutturazioni edilizie si aggiunge il decreto legge n. 34/2020 conosciuto come “Superbonus”, che stabilisce una detrazione pari al 110% per la realizzazione di alcune tipologie di interventi (interventi antisismici,  eliminazione delle barriere architettoniche, installazione di impianti fotovoltaici ecc.).

Misura supportata anche dalla possibilità di cedere il proprio credito al fornitore o ricevere uno sconto in fattura dell’ammontare della detrazione spettante.

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la nuova guida ai bonus edilizi 2022, scaricabile da qui, di cui andiamo ad analizzare i punti più importanti riguardanti le agevolazioni in vigore.

L’attuale detrazione Irpef del 50% per il recupero del patrimonio edilizio è valida per le singole unità abitative e per le parti comuni dei condomini. I lavori sulle singole unità immobiliari per i quali spetta l’agevolazione fiscale sono:

Manutenzione straordinaria:

  • installazione di ascensori e scale di sicurezza;
  • realizzazione e miglioramento dei servizi igienici;
  • sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande e con modifica di materiale o tipologia di infisso;
  • rifacimento di scale e rampe;
  • interventi finalizzati al risparmio energetico;
  • recinzione dell’area privata;
  • costruzione di scale interne.

Restauro e risanamento conservativo:

  • interventi mirati all’eliminazione e alla prevenzione di situazioni di degrado;
  • adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti;
  • apertura di finestre per esigenze di aerazione dei locali.

Ristrutturazione edilizia:

  • demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria dell’immobile preesistente;
  • modifica della facciata;
  • realizzazione di una mansarda o di un balcone;
  • trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda;
  • apertura di nuove porte e finestre;
  • costruzione dei servizi igienici in ampliamento delle superfici e dei volumi esistenti.

Le agevolazioni sono previste anche per quegli interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi a condizione che sia stato dichiarato lo stato di emergenza.

Tra le misure previste ci sono anche la cablatura degli edifici e il contenimento dell’inquinamento acustico; Gli interventi finalizzati all’efficientamento energetico, in particolare con l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.

Allo stesso modo sono compresi gli interventi di adeguamento sismico, con particolare riguardo all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica e di bonifica dell’amianto.

Agevolazioni per abbattimento barriere architettoniche

Anche l’abbattimento delle barriere architettoniche è una misura che può beneficiare della detrazione fiscale, con interventi volti  installare ascensori e montacarichi o alla realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la
robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia idoneo a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone con disabilità gravi.

Agevolazioni per prevenzione rischio atti illeciti

La manovra prevede anche delle agevolazioni per prevenire atti illeciti come furti, aggressioni, sequestri di persona e l’intervento è valido solo per le spese sostenute sull’immobile. Tra gli interventi sono ricompresi:

  • rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate o recinzioni murarie
    degli edifici;
  • apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione;
  • porte blindate o rinforzate;
  • apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini;
  • installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti;
  • apposizione di saracinesche;
  • tapparelle metalliche con bloccaggi;
  • vetri antisfondamento;
  • casseforti a muro;
  • fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati;
  • apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e relative centraline.

Bonus ristrutturazione condominio

In ambito condominiale, nel 2022, sono previste delle agevolazioni fiscali in tema di ristrutturazione edilizia, che sono riconducibili agli stessi interventi realizzati sulle proprietà private ma  riconducibili a quelli di manutenzione ordinaria effettuati sulle parti comuni:

  • opere di riparazione;
  • rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici;
  • opere necessarie a integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti;
  • sostituzione di pavimenti, infissi e serramenti;
  • tinteggiatura di pareti, soffitti, infissi interni ed esterni;
  • rifacimento di intonaci interni, l’impermeabilizzazione di tetti e terrazze verniciatura delle porte dei garage.

Tra i lavori ammessi all’agevolazione rientrano sostanzialmente gli stessi interventi per i quali si può usufruire della detrazione quando sono effettuati sulle singole unità abitative:

  • necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi;
  • effettuati per eliminare le barriere architettoniche o finalizzati a favorire la mobilità a persone con disabilità gravi (articolo 3, comma 3, della legge n. 104/1992);
  • utili a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi;
  • finalizzati alla cablatura degli edifici e al contenimento dell’inquinamento acustico;
  • effettuati per il conseguimento di risparmi energetici;
  • per l’adozione di misure antisismiche;
  • di bonifica dell’amianto e di esecuzione di opere volte a evitare gli infortuni domestici.

A chi spettano i bonus ristrutturazione in condominio

Possono usufruire delle detrazioni i singoli condòmini in base alle loro quote millesimali di proprietà, o dei diversi criteri applicabili ai sensi degli articoli 1123 e seguenti del codice civile. Il singolo condomino riceverà dall’amministratore una certificazione contenente l’ammontare delle spese sostenute nell’anno di riferimento e la quota parte millesimale imputabile al condomino stesso.

Come ottenere il bonus ristrutturazioni 2022

 

Fino al 31 dicembre 2024 il bonus ristrutturazione edilizia prevede un limite massimo di spesa, base per il calcolo della detrazione del 50%, di 96.000 euro per ogni singola unità immobiliare. Il limite è da considerarsi annuale e riguarda il singolo immobile e le sue pertinenze.

Per gli interventi che sono una prosecuzione di quelli iniziati negli anni precedenti, per la determinazione del tetto massimo di spesa si deve tenere conto di quelle sostenute nei medesimi anni. Quindi le detrazioni di cui si ha già usufruito non devono aver superato il limite complessivamente.

La ripartizione della detrazione avviene in 10 quote annuali dello stesso importo, nell’anno in cui si è sostenuta la spesa e in quelli successivi. Le spese da portare in detrazione non sono cumulabili con quelle relative ai bonus di efficientamento energetico (detrazioni al 65%).

Richiesta del bonus ristrutturazioni 2022

Negli anni le procedure per l’ottenimento di bonus in detrazioni sono state snellite e semplificate. Ad oggi è necessario inserire nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile e, se i lavori sono effettuati dal detentore, gli estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce titolo e gli altri dati richiesti per il controllo della detrazione.

Sarà inoltre necessario inviare la seguente documentazione all’Azienda Sanitaria Locale di competenza tramite raccomandata A/R:

  • generalità del committente dei lavori e ubicazione degli stessi;
  • natura dell’intervento da realizzare;
  • dati identificativi dell’impresa esecutrice dei lavori con esplicita assunzione di responsabilità, da parte della medesima, in ordine al rispetto degli obblighi posti dalla vigente normativa in materia di sicurezza sul lavoro e contribuzione;
  • data di inizio dell’intervento di recupero.

Se gli interventi riguardano anche risparmio energetico e fonti rinnovabili è obbligatorio inviare una comunicazione a Enea. Per gli interventi terminati nel 2022 la comunicazione va trasmessa, entro 90 giorni dalla data di fine lavori. Se la data di fine lavori è compresa tra il 1° gennaio 2022 e il 31 marzo 2022, il termine di 90 giorni decorre dal 1° aprile 2022

Come pagare i lavori di ristrutturazione

Ai fini dell’ottenimento delle detrazioni fiscali è obbligatorio effettuare i pagamenti dei lavori tramite bonifico bancario o postale contenente i seguenti dati:

  • causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr n.917/1986);
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.

Le spese non pagabili con bonifico possono essere assolte con altre modalità. Al momento del pagamento verrà applicata una ritenuta dell’8% da parte di Poste o della banca a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dall’impresa che
effettua i lavori.

Per i lavori condominiali, oltre al codice fiscale del condominio è necessario indicare quello dell’amministratore o di altro condomino che effettua il pagamento.

Cessione del credito e sconto in fattura per ristrutturazioni edilizie

Sono previste modalità alternative alla detrazione fiscale per ottenere delle agevolazioni in caso di interventi di ristrutturazione edilizia:

  • Sconto in fattura: un contributo di pari ammontare della detrazione d’imposta lorda, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto al fornitore che ha effettuato gli interventi. Sarà il fornitore a recuperare il contributo anticipato come credito d’imposta, che potrà a sua volta cedere ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli intermediari finanziari.
  • Cessione del credito: la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante. Si può cedere il credito a fornitori di beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi, persone fisiche, anche esercenti attività di lavoro autonomo o
    d’impresa, società ed enti o istituti di credito e intermediari finanziari.

E’ possibile richiedere una delle due misure per i seguenti interventi:

  • manutenzione straordinaria;
  • restauro e risanamento conservativo;
  • ristrutturazione edilizia;
  • manutenzione ordinaria (solo per le parti comuni degli edifici);
  • realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali (se effettuati a partire dal 2022);
  • installazione di impianti fotovoltaici.

Per un approfondimento su queste misure Cessione del credito – Le ultime novità

Agevolazioni per l’acquisto e la costruzione di box e posti auto

E’ prevista una detrazione Irpef anche per l’acquisto o la costruzione di box e posti auto pertinenziali. Come specificato dall’Agenzia delle Entrate, il bonus è richiedibile:

  • per l’acquisto di box e posti auto pertinenziali già realizzati dall’impresa costruttrice (solo per le spese imputabili alla loro realizzazione);
  • per interventi di realizzazione di parcheggi (autorimesse o posti auto, anche a proprietà comune), purché vi sia un vincolo di pertinenzialità con una unità immobiliare abitativa.

Per l’ottenimento dell’agevolazione occorre rispettare alcuni requisiti che prevedono la proprietà o un atto di vendita, deve esserci un vincolo pertinenziale con almeno un’unità abitativa e che l’impresa documenti i costi della sola realizzazione dei posti auto.

Mutui per ristrutturare casa

Anche per i mutui è prevista un’agevolazione consistente in una detrazione Irpef degli interessi passivi, e i relativi oneri accessori, pagati sui mutui ipotecari stipulati a partire dal 1998 per la ristrutturazione o la costruzione dell’abitazione principale.

Con questa agevolazione si può portare in detrazione il 19% degli interessi pagati, indicandone l’importo nella dichiarazione annuale dei redditi. L’importo massimo sul quale calcolare la detrazione è pari a 2.582,25 euro.

Può essere richiesto dal contribuente che stipula il contratto di mutuo e che avrà il possesso dell’unità immobiliare, a titolo di proprietà o di altro diritto reale, e nella quale egli o i suoi familiari intendono dimorare abitualmente.

Interventi ammessi nell’agevolazione mutuo

Le agevolazioni riguardano gli interventi realizzati in conformità al provvedimento comunale che autorizzi una nuova costruzione, compresi gli interventi di ristrutturazione edilizia indicati nell’articolo 3, comma 1 – lettera d), del Dpr n. 380/2001, interventi effettuati su un immobile acquistato allo stato grezzo e per la costruzione e la ristrutturazione edilizia di un fabbricato rurale da
adibire ad abitazione principale del coltivatore diretto.

Condizioni per richiedere l’agevolazione del mutuo

Anche per questa tipologia di agevolazione sono richieste delle precise condizioni da rispettare. Nello specifico:

  • il mutuo deve essere stipulato nei 6 mesi antecedenti la data di inizio dei lavori di costruzione o nei 18 mesi successivi;
  • l’immobile deve essere adibito ad abitazione principale entro 6 mesi dal termine dei lavori;
  • il contratto di mutuo deve essere stipulato dal soggetto che avrà il possesso dell’unità immobiliare a titolo di proprietà o di altro diritto reale.

 

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Smart City: che cosa sono le città intelligenti

Le Smart City (o città intelligenti) sono luoghi in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti con l’uso di soluzioni digitali a beneficio dei suoi abitanti e delle imprese (def. Commissione Europea). Concretamente si traduce in una città che gestisce le proprie risorse in maniera migliore mettendo in comunicazione le infrastrutture con gli abitanti attraverso l’uso delle nuove tecnologie, in particolare l’IoT (Internet Of Things), ovvero l’implementazione di dispositivi connessi ad internet negli spazi come semafori intelligenti, smart buildings e altri dispositivi.

Una città intelligente va oltre l’uso delle tecnologie digitali per un migliore utilizzo delle risorse e minori emissioni. Significa reti di trasporto urbano più intelligenti, impianti di approvvigionamento idrico e di smaltimento dei rifiuti migliorati e modi più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici. Significa anche un’amministrazione cittadina più interattiva e reattiva, spazi pubblici più sicuri e un migliore soddisfacimento delle esigenze della popolazione.

Le caratteristiche fondamentali della Smart City

Come dichiarato dall’Unione Europea, quando si parla di Smart Cities bisogna includere 6 dimensioni che ne rappresentano le caratteristiche fondanti:

  • Smart People – le persone (i cittadini) vanno coinvolti e resi partecipi. Si parla di processo decisionale bottom up (dal basso all’alto) e di politica partecipativa;
  • Smart Governance – l’amministrazione deve dare centralità al capitale umano, alle risorse ambientali, alle relazioni e ai beni della comunità;
  • Smart Economy – l’economia e il commercio urbano devono essere rivolti all’aumento della produttività e dell’occupazione all’interno della città attraverso l’innovazione tecnologica. Un’economia basata sulla partecipazione e sulla collaborazione e che punta su ricerca e innovazione;
  • Smart Living – il livello di comfort e benessere che deve essere garantito ai cittadini legato ad aspetti come la salute, l’educazione, la sicurezza, la cultura ecc. sono anch’essi di prioritaria importanza;
  • Smart Mobility – le soluzioni di mobilità intelligente, dall’e-mobility alla sharing mobility ad altre forme di mobility management, devono guardare a come diminuire i costi, diminuire l’impatto ambientale e ottimizzare il risparmio energetico;
  • Smart Environment – sviluppo sostenibile, basso impatto ambientale ed efficienza energetica sono aspetti prioritari della città del futuro.

 

Smart home e smart building

Le Smart city comprendono anche case intelligenti ed edifici intelligenti. Mentre nel primo caso assistiamo già a un maggiore utilizzo della domotica – pensiamo a dispositivi come Alexa – e riguardano soprattutto la sfera privata, nel caso degli smart building significa dotare gli edifici di strumenti e tecnologie in grado di facilitare l’utilizzo degli edifici stessi da parte del pubblico.

Secondo la definizione del Politecnico di Milano, si tratta di “un edificio i cui impianti sono gestiti in maniera intelligente ed automatizzata, attraverso un’infrastruttura di supervisione e controllo, per ottimizzare il consumo energetico, il comfort e la sicurezza degli occupanti, garantendone l’integrazione con il sistema elettrico”. Dunque l’efficientamento energetico è reso possibile da un sistema di sensori che, oltre a rilevare i parametri di tutti gli impianti, possono comunicare in maniera automatizzata e integrata tra di loro, attraverso un’infrastruttura software di supervisione e controllo connesso ad internet. Ciò si traduce in un maggiore risparmio energetico e in una pratica green di gestione delle risorse.

Le comunità energetiche rinnovabili

Le comunità energetiche sono associazioni tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali o piccole e medie imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno o più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Questo significa, per esempio, che un condominio può installare un impianto fotovoltaico sul tetto e condividere l’energia prodotta tra tutti gli appartamenti che hanno scelto di far parte della comunità.

Di fatto si tratta di un importante passo avanti in direzione di uno scenario energetico basato sulla generazione distribuita, che favorirà lo sviluppo di energia a chilometro zero e di reti intelligenti, che nelle smart cities diventeranno sempre più diffuse.

L’importanza della smart city per l’Agenda 2030

L’Unione europea ha dedicato costanti sforzi all’elaborazione di una strategia per conseguire una crescita urbana “intelligente” per le sue città-regioni metropolitane sviluppando una serie di programmi nell’ambito dell’ “Agenda 2030”, che punta al rafforzamento dell’innovazione e degli investimenti nei servizi ICT (Information and Communications Technology) allo scopo di migliorare i servizi pubblici e la qualità della vita. La città sostenibile difatti costituisce il punto 11 dell’Agenda approvata dagli stati membri ONU, avendo come obiettivi:

  • Garantire alloggi adeguati e sicuri per tutti;
  • Garantire accesso al sistema dei trasporti in modo accessibile e sostenibile;
  • Potenziare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale;
  • Ridurre l’impatto negativo ambientale pro-capite nelle città;
  • Supportare i positivi legami economici, sociali e ambientali tra aree urbane e periurbane.

A oggi più della metà della popolazione mondiale (4,2 miliardi di persone) vive e lavora nelle città, e secondo le previsioni arriverà al 60% entro il 2030. Le città incorporano infatti il motore delle economie locali e nazionali e rappresentano il fulcro del benessere: più dell’80 per cento delle attività produttive e di servizio è concentrato nei centri urbani.

Da qui l’origine dell’affermazione, riportata costantemente nei report degli organismi internazionali ingaggiati nella grande sfida dell’Agenda 2030, per cui “le città sono i luoghi dove si vince o si perde la battaglia della sostenibilità” e le smart cities costituiscono uno strumento efficace al raggiungimento di una qualità della vita migliore nei centri urbani.

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Riscaldamento condominiale: regole e novità del 2022

Cosa s’intende quando si parla di riscaldamento condominiale e quali sono le regole per il 2022/2023? Per quest’anno occorre rifarsi al Piano Riscaldamento 2022 del Ministero della Transizione Ecologica, che intende limitare i consumi energetici alla luce dei rincari del gas e della crisi delle forniture. Il piano di contenimento dei consumi di gas dovrà essere applicato agli edifici pubblici, ai condomini e alle abitazioni private e prevede limiti di temperature negli ambienti chiusi, riduzione oraria dell’accensione, nel rispetto delle fasce climatiche previste nel nostro paese. Il piano sarà approvato con un decreto ad hoc ed è possibile visionarlo qui.

Come funziona il riscaldamento centralizzato con contacalorie? 

Il primo argomento da trattare in tema di riscaldamento è legato alla centralizzazione degli impianti. A tal proposito, gli elementi come: la caldaia, le tubature, gli allacci di diramazione sono considerati per legge parti comuni del condominio e perciò seguono le normative relative alla gestione delle parti comuni.

In passato questo tipo di riscaldamento si attivava in tutto l’edificio per alcune ore stabilite in modo da mantenere una temperatura costante in tutti gli appartamenti e nessuno poteva modificare le modalità di funzionamento a proprio piacere.

Dal 2016, però, con una direttiva europea (2012/27/EU) le regole sono cambiate e il riscaldamento condominiale è regolato da apposite valvole termostatiche, da montare obbligatoriamente su tutti i termosifoni, per evitare di incorrere in salate sanzioni. Queste valvole permettono di poter modificare la temperatura del proprio appartamento in maniera autonoma e secondo le proprie esigenze, da parte di ogni singolo condomino.

L’accensione del contacalorie permette la verifica con precisione dei consumi dei singoli locali permettendo di pagare solo il consumo effettivo per unità.

Contabilizzatori, cosa sono e a cosa servono

Un ulteriore elemento da installare obbligatoriamente sui termosifoni degli appartamenti del condominio è il contabilizzatore. Ma cos’è e a cosa serve? Nonostante si chiami contabilizzatore, questo apparecchio non rileva effettivamente il calore prodotto dal termosifone, ma solo una stima in base alla differenza della temperatura del calorifero e quella della stanza.

Il funzionamento è più o meno questo: il contabilizzatore si attiva quando il termosifone raggiunge una temperatura di 23 gradi e la differenza di temperatura tra quest’ultimo e l’ambiente della stanza si aggira intorno a 4,5 gradi.

Due modelli di contabilizzatore:

  1. Contabilizzatore ad una sonda: più economico, non riesce a calcolare l’effettiva temperatura dell’ambiente esterno per questo la imposta di default a 20 gradi;
  2. Contabilizzatore a due sonde: più preciso, è in grado di verificare l’effettiva differenza di temperatura tra calorifero e ambiente in modo da programmare l’accensione.

Quando si accende il riscaldamento condominiale? Orari, date e regole:

È vero che ogni condomino può gestire la temperatura del proprio appartamento, ma vivendo in condominio, il riscaldamento è centralizzato e perciò l’accensione è soggetta alla legge nazionale (L. 10/1991 e D.P.R. 412/1993). Nel 2022 inoltre, è previsto un Piano Riscaldamento ad hoc per contingentare le spese relative al consumo energetico. 

Innanzitutto la legge stabilisce la temperatura massima entro cui regolare i termostati:

  • entro i 20 gradi in case private, scuole, uffici, con un margine di altri 2 gradi, perciò fino a 22 gradi;
  • fino a 18 gradi nei fabbricati industriali e artigianali.

La legge, infine, regolamenta l’accensione in base alle zone della nostra penisola e alle relative condizioni climatiche.

Il territorio può essere diviso in 6 zone e per ognuna è stabilita la durata massima di accensione dei riscaldamenti in base al fabbisogno termico delle diverse località.

Vediamo insieme la tabella di riferimento del 2022/2023, con già proiettato il piano di contenimento dei consumi di gas del 2022:

ZonaComuniDateOrari
ASud: Comuni di Lampedusa e Linosa, Porto EmpedocleDal 08/12 al 07/03
5 ore al giorno
BTirrenica (Sud e Isole): Province di Agrigento, Catania, Messina, Palermo, Siracusa, Trapani, Reggio Calabria e CrotoneDal 08/12 al 23/03
7 ore al giorno
CAdriatica: Province di Imperia, Latina, Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e TarantoDal 22/11 al 23/03
9 ore al giorno
DAppennini: Province di Genova, La Spezia, Savona; Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Pescara, Teramo e Vibo ValentiaDal 08/11 al 07/04
11 ore al giorno
EPianura Padana: Province di Alessandria, Aosta, Asti; Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila e PotenzaDal 22/10 al 07/04
13 ore al giorno
FAlpi: Province di Cuneo, Belluno e TrentoNessun limite

Questi limiti possono essere superati in seguito a condizioni climatiche straordinarie per un massimo della metà di quella consentita.

A chi spetta, quindi, il compito di decidere se è il caso di cambiare le direttive?

È il sindaco a stabilire quando è possibile modificare il calendario o apportare modifiche agli orari.

Piano Riscaldamento 2022: cosa cambia

Il Piano Riscaldamento sarà attuato entro settembre 2022. Il piano prevede le seguenti regole in merito alla gestione del riscaldamento condominiale, pubblico e privato:

  • Termosifoni con 1° in meno: i termosifoni dovranno essere regolati sui 19°, invece che 20°;
  • Periodo di accensione: rimarrà valida la suddivisione del territorio in 6 zone climatiche ma l‘avvio degli impianti sarà ridotto di 15 giorni, con 8 giorni di posticipazione dell’accensione e 7 giorni di spegnimento anticipato rispetto alle regole generali. Verrà altresì diminuita di 1h l’accensione giornaliera. 

Per quanto riguarda i controlli da parte delle autorità, questi saranno effettuati su edifici pubblici, impianti condominiali, locali commerciali, attraverso il rilevamento dei dati giornalieri di consumo. Non sono previste sanzioni per chi non aderisce alle misure di risparmio energetico dettate dal governo.

Fasce climatiche secondo il Piano di Accensione 2022

Il piano 2022 prevede delle indicazioni in deroga alle normali regolamentazioni degli orari e periodi di accensione, nel rispetto delle 6 fasce o zone climatiche:

  • Zona A: massimo 5 ore al giorno dall’8 dicembre al 7 marzo;
  • Zona B: massimo 7 ore al giorno dall’8 dicembre al 23 marzo;
  • Zona C: massimo 9 ore al giorno dal 22 novembre al 23 marzo;
  • Zona D: massimo 11 ore al giorno dall’8 novembre al 7 aprile;
  • Zona E: massimo 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile;
  • Zona F: non sono previste limitazioni. 

I comportamenti virtuosi che influenzano le bollette

L’emergenza energetica e l’aumento delle spese per il gas dovranno essere affrontati con norme strutturali da parte dei Governi e degli enti sovranazionali, ma tutti noi possiamo mettere in pratica dei comportamenti virtuosi utili sia al contenimento delle spese che all’ambiente. Di seguito alcune azioni, a costo zero, da poter mettere subito in pratica:

  • riduzione della temperatura e della durata delle docce;
  • l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno;
  • l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico;
  • il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione;
  • lo spegnimento o l’inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza;
  • non lasciare in stand by TV, decoder e altri elettrodomestici;
  • Accendere le luci solo quando necessario.

A questi possiamo aggiungere, laddove possibile, la sostituzione di vecchi elettrodomestici con nuovi a basso consumo. Stesso discorso per le lampadine, dove è meglio utilizzare quelle a LED. 

Spese condominiali riscaldamento

Dato che con l’introduzione delle valvole termostatiche ognuno può regolare la temperatura autonomamente, come funziona il pagamento delle spese condominiali riscaldamento?

Ogni condomino è chiamato a pagare secondo la seguente ripartizione:

  • una quota fissa calcolata sui millesimi termici dei metri quadrati dell’appartamento, oppure dei metri cubi, oppure in base alla potenza dei termosifoni installati;
  • una quota variabile in base all’effettivo consumo di energia. Generalmente si attesta tra i 50% e il 70% del totale.

L’accensione del riscaldamento condominiale centralizzato spetta, ovviamente, all’amministratore. La mancata accensione, di solito, è conseguente alla mancanza di fondi a causa di condomini morosi. In questo caso cosa prevede la legge? Sono previste delle sanzioni per la mancata accensione dei riscaldamenti?

Il regolamento condominiale prevede in questi casi di indire un’assemblea e trovare un accordo. Se la soluzione non si risolve e non viene colmata la mancanza di fondi condominiali, è bene procedere intentando una causa contro i condòmini morosi per la somma anticipata per loro conto.

Come staccarsi dal riscaldamento condominiale

Le domande che vengono poste più spesso quando si parla di riscaldamento condominiale sono: “ci si può staccare dall’impianto di riscaldamento condominiale e se sì, come? Il distacco di un condomino dal riscaldamento condominiale centralizzato è possibile in due casi:

  1. Se tutti i condòmini si dichiarano favorevoli a tale azione;
  2. Se non tutti i condòmini sono favorevoli, ma l’interessato dimostra che il distaccamento non provocherà danni collaterali come: un aumento dei costi di gestione, un danneggiamento dell’equilibrio termico dell’edificio o della funzionalità degli impianti.

Affinché l’operazione di distaccamento vada a buon fine è opportuno rivolgersi ad una ditta specializzata che provvederà ad indicare tempi e modalità di esecuzione. Mediamente il costo per il distacco va dai 4.000 ai 9.000 euro, a seconda dell’impianto scelto, mentre le tempistiche, tra sopralluogo e rilascio del certificato, possono variare tra i 10 e i 15 giorni.

L’ultima cosa che necessariamente bisogna sapere è che: il distaccamento non comporta l’annullamento delle spese di manutenzione straordinaria e di messa a norma degli impianti. I costi legati invece ai consumi non dovranno più essere corrisposti.

Riscaldamenti a Roma

Quando si accendono i riscaldamenti a Roma? Roma è compresa nella Zona D, insieme a Firenze, Genova e Pescare, che prevede l’accensione dei termosifoni e dei riscaldamenti centralizzati a partire dall’8 novembre 2022 e fino al 7 aprile 2023. Ai comuni appartenenti a questa Zona è permesso accendere i riscaldamenti per massimo 11 ore al giorno.

Questa regola è valida solo per i riscaldamenti centralizzati, presenti nei condomini ad esempio, e non per chi dispone di un riscaldamento autonomo. Date le temperature miti che spesso si registrano a Roma è molto probabile che i termosifoni non vengano accesi per tutte le 12 ore previste giornalmente. Mentre potrebbero verificarsi condizioni climatiche particolari, con freddo imprevisto: in quel caso è possibile accendere il riscaldamento anche fuori dai periodi di accensione della Zona D, ma per un massimo di 6 ore.

Accensione riscaldamenti a Milano

La stagione termica a Milano e in tutta la Lombardia va dal 22 ottobre al 7 aprile 2023. Milano rientra nella Zona climatica E, dove gli impianti centralizzati vengono accesi per un massimo di 13 ore al giorno, salvo particolari condizioni climatiche avverse. In questi casi si possono accendere i riscaldamenti anche fuori dalle fasce prestabilite per un massimo di 7 ore al giorno.

Le 5 cose da sapere sul riscaldamento condominiale:

  1. Le manopole di contabilizzazione del calore non devono essere azionate. Una volta effettuata l’installazione della valvola al calorifero, questa si attiverà automaticamente una volta accesa la caldaia;
  2. La temperatura dei caloriferi all’interno delle stanze di un’abitazione possono essere diverse. Grazie alle manopole di contabilizzazione infatti il condomino può decidere autonomamente a che livello fissare i caloriferi (da 0 a 5);
  3. Gli impianti di riscaldamento devono essere manutenuti periodicamente. Il compito di verificarne le condizioni e di contattare i tecnici spetta all’amministratore di condominio;
  4. Una volta spento l’impianto di riscaldamento posizionare tutte le manopole termostatiche in corrispondenza del valore di massima apertura (5). Questo permette di ridurre la formazione di sedimenti. Così facendo, non si andrà a compromettere il funzionamento dell’impianto quando la caldaia verrà riaccesa l’anno successivo;
  5. Verificare lo stato di isolamento della propria abitazione evita di incorrere in dispersioni di calore e quindi esporsi eccessivi di denaro.

I consigli per l’Amministratore

Svuotare l’impianto di riscaldamento centralizzato

Nei condomini può presentarsi l’esigenza di dover svuotare l’impianto di riscaldamento centralizzato per permettere a una o più unità abitative di eseguire dei lavori di ristrutturazione, manutenzione delle valvole, spostamento e/o sostituzione dei termosifoni.

Solitamente questo tipo di intervento viene effettuato alla fine della stagione termica della Zona di appartenenza del condominio. Ad intervenire è una ditta specializzata che dovrà svuotare l’impianto e riempirlo di nuovo al completamento degli interventi di manutenzione previsti.

Chi paga lo svuotamento dell’impianto di riscaldamento? La ripartizione delle spese dipende dalle esigenze condominiali e personali: se a dover intervenire è solo un condomino, o comunque alcuni condòmini, per esigenze personali, i costi saranno a loro imputanti. Il costo di svuotamento e successivo riempimento degli impianti può essere imputato a tutto il condominio se il lavoro è stato approvato in assemblea per lavori di manutenzione.

Gli esperti raccomandano di non effettuare troppo frequentemente l’operazione di svuotamento, perché l’attività potrebbe portare al deperimento dei materiali dell’impianto di riscaldamento.